Il fatto che RIM non abbia trascorso una buona annata non è certo una novità, così come emerso dalle varie analisi effettuate nel corso del 2011, ma il fatto che la situazione sia continuata a peggiorare, molto più del previsto, si.
La dimostrazione più evidente di quanto appena affermato consiste nel valore delle azioni del produttore di BalckBerry che, stando a quelli che sono gli ultimi dati disponibili, risulterebbe esser sceso al di sotto della somma delle sue parti segnando quindi un momento particolarmente preoccupante, più di tutti gli altri, per l’azienda.
Sostanzialmente il valore totale delle azioni di RIM risulta ora inferiore a quello che è il valore reale dei beni della società (in denaro, brevetti, edifici, materiale di varia tipologia etc.) meno i debiti.
Una situazione di questo tipo, oltre a risultare tutt’altro che benefica per l’azienda, indica anche che buona parte del mercato confida scarsa fiducia in RIM, tanto nella società allo stato attuale delle cose quanto nella gestione delle risorse a lungo termine, il che va a configurare come una delle principali motivazioni in base alla quale la società, tra non molto, potrebbe anche essere messa in vendita.
A peggiorare la situazione si aggiunge poi il recente annuncio di RIM relativo all’imbarazzante ritardo dell’aggiornamento per il suo PlayBook che, stando alle più recenti informazioni, dovrebbe essere rilasciato a Febbraio 2012, unitamente al tragico e fastidioso blackout avvenuto alcune settimane addietro.
Probabilmente la situazione per RIM potrà iniziare a migliorare a partire dal momento del lancio del suo nuovo sistema operativo (BBX) annunciato non molto tempo addietro, ma i primi device mobile equipaggiati del nuovo OS verranno presentati e commercializzati solamente tra diversi mesi.
Sino ad allora, quini, la vendita dei proditti RIM potrebbe risultare “bloccata” rispetto all’accanita concorrenza andandosi a configurare come un problema di non poco conto, a maggior ragione se si tiene conto dell’attuale situazione.
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