Continuano ad esserci polemiche attorno ad Apple, ma soprattutto a Foxconn, a causa delle condizioni lavorative offerte ai dipendenti cinesi, con la situazione che non sarebbe migliorata, a differenza di quanto affermato dal brand di Cupertino.
Emblematiche, in tal senso, le dichiarazioni rilasciate da Geoffrey Crothall, sindacalista di Hong Kong e portavoce del China Labour Bulletin, in un’intervista ad AsiaNews : “Quella della Foxconn, non è una riforma, ma una manovra per gettare fumo negli occhi. Tutte le promesse che sono state fatte dai dirigenti al numero uno della Apple sono per il momento frasi vuote: bisogna controllare, giorno per giorno, che vengano messe in pratica. Qualche miglioramento nel mondo del lavoro in Cina esiste, ma nasce dal pragmatismo degli affaristi. Di certo non dal loro buon cuore. Foxconn ha accettato soltanto di compiere dei cambiamenti, ma questo in Cina non vuol dire che tali cambiamenti avverranno. E la posizione di Cook è quanto meno prematura: bisogna essere cauti nel fare certe dichiarazioni. La Foxconn sta cercando la sua strada e potrebbe verificarsi un miglioramento se tutte le promesse fossero mantenute. Inoltre, questo cambiamento reale potrebbe riflettersi in altre aziende: hanno alzato la paga minima per gli operai e questa decisione avra’ un impatto forte”.
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