Nokia Siemens Network Italia, la società presente in Italia con una filiale a Milano, a Cassina de Pecchi, ha annunciato, proprio qualche giorno fa, il licenziamento di un consistente numero dei suoi dipendenti durante un incontro con i sindacati.
Sono ben 580 i dipendenti in esubero sui 1.100 che attualmente lavorano per la Nokia Siemens Network Italia ed il piano rientra in quelli che sono i ben 17 mila esuberi previsti a livello mondiale (già a gennaio dell’anno corrente, infatti, sono stati licenziati 2.900 dipendenti in Germania e 1.200 in Finlandia).
Trattasi, in altri termini, della metà della forza lavoro.
A riferire quanto accaduto è stato Sergio Bellavita, segretario nazionale Fiom-Cgil definendo la decisione presa dalla multinazionale come inaccettabile.
In merito all’accaduto Bellavita ha poi dichiarato che:
Questa cifra deriva, tra l’altro, dal fallimento della esternalizzazione delle attivita’ di ricerca alla Canadese Dragonwawe, un’operazione che sin dall’inizio avevamo considerato spregiudicata e tesa esclusivamente al progressivo disimpegno della multinazionale dall’Italia. Con un tratto di penna il colosso finnico-tedesco delle telecomunicazioni pretende di cancellare, nei fatti, la propria presenza in Italia. Cio’ e’ inaccettabile. Contrasteremo con ogni mezzo questa scelta sciagurata. Sollecitiamo quindi il ministro dello Sviluppo Economico, Passera, a convocare con estrema urgenza il tavolo di settore delle telecomunicazioni, tavolo che dovra’ affrontare le situazioni di aziende quali Alcatel Lucent, Nsn, Italtel, Jabil, Sirti e altre. Il Governo non puo’ assistere impassibile allo stillicidio quotidiano di notizie relative alla perdita di posti di lavoro, competenze e professionalità tecnologie.
Dopo l’accaduto la società ha poi fatto sapere che seguirà tutte le necessarie procedure di consultazione con le rappresentanze sindacali e che continuerà ad essere un’importante azienda impegnata ad affiancare gli operatori del mercato nazionale.
Commenti e dichiarazioni a parte Nokia Siemens Italia Network va a configurarsi come l’ennesima vittima di una sempre più tragica crisi economica.
Via | AGI
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